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Giochi Nazionali Special Olympics Pallacanestro: 1. e 3. classificati

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La figura del mental coach è emersa prepotentemente come fattore chiave per il raggiungimento di risultati sportivi di eccellenza.

La tecnica del coaching nasce nel mondo dello sport negli anni ’70 con Tim Gallwey, allenatore della squadra di tennis dell’Università di Harvard e primo a mettere nero su bianco i suoi principi di base. “C’è sempre un gioco interiore in corso nella nostra mente, non importa in che altro gioco siamo impegnati. Il modo in cui lo affrontiamo è quello che spesso fa la differenza tra il nostro successo e il nostro fallimento”.

Ed è proprio su questo gioco interioreche lavora il mental coach: aiuta l’atleta e la squadra a trasformare questo gioco interiore in una fonte di energia positiva, quell’energia che farà la differenza tra una grande prestazione ed una prestazione eccellente!

Il mental coach aiuta a massimizzare la fiducia dell’atleta e della squadra nel percorso di crescita tecnica, fisica e mentale necessario per raggiungere l’obiettivo: se ci si focalizzerà sul percorso il risultato desiderato arriverà. Questo deve diventare il Mantra del “gioco interiore”.

Per costruire questa fiducia cieca nel percorso il mental coach deve lavorare in simbiosi con atleta e staff tecnico: questa triangolazione permetterà di rafforzare le qualità tecniche, tattiche, fisiche e mentali, attraverso lo spirito di squadra e l’allineamento verso un obiettivo condiviso.

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